Tre cubi di legno, realizzati completamente di abete con dimensioni differenti, progettati da Renzo Piano, voluti dal Maestro Claudio Abbado, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento rappresentano il nuovo auditorium in una città colpita dal terremoto nel 2009.
L’auditorium si trova al limite della zona rossa, l’area che include tutte le aree inaccessibili della città compreso il centro storico ormai ridotto ad un cumulo di macerie con un groviglio di impalcature, di cavi e pali di sostegno.
L’auditorium è stato realizzato nel parco dl Forte Spagnolo in una radura, senza abbattere alberi, direzionato verso la Piazza della Fontana Luminosa, una volta era la cerniera la città storica e quella novecentesca.
Una operazione meritevole, così come l’impegno a titolo gratuito di Piano e la disponibilità di Claudio Abbado, ma insufficiente pensando che è la prima opera pubblica costruita nel centro storico distrutto dal terremoto.
Non mancano anche le critiche al progetto da parte di esperti, per citarne uno Pier Luigi Cervellati, firmatari di un appello che denuncia lo spreco di risorse che andavano impiegate diversamente, forse nel recupero dell’auditorium del Forte Spagnolo reso inagibile dal sisma.
Una città segnata già dalle famigerate “new town”, per le quali non abbiamo rilevato lo stesso appello, anch’esse temporanee cosi come l’auditorium, definito dallo stello Piano come un "modulo ad uso concertistico provvisorio".
L’Italia, e non solo, è piena di opere transitorie che sono divenute permanenti e questo è l’unico aspetto condivisibile di una polemica che forse dovrebbe incentrarsi sulla mancanza di un piano di recupero, che potrebbe essere gratuitamente firmato dallo stesso Cervellati, del centro storico.
Sicuramente questo progetto non ha la pretesa di essere un simbolo di rinascita ne di ridare identità ad una città che l’ha perduta, non solo per il terremoto, ma una occasione di porla alla ribalta internazionale tornando a parlare della città e dei possibili interenti da effettuare.
Alcuni di questi sono ed erano anche precedenti il terremoto, come nel caso del Parco che già versava in condizioni di degrado, tralasciando polemiche e provvisorietà. Non si capisce bene il motivo di questa inaugurazione con rilascio di una “agibilità provvisoria” che porterà alla chiusura dell’auditorium per due mesi in attesa del collaudo definitivo, quando poteva essere “definitivamente” aperto sotto natale.
La città richiede meno cerimonie e più fatti concreti ed efficaci e proprio Abbado dimostra che una idea, seppur piccola ma significativa, trova un suo riscontro, Tante piccole idee possono, se messe insieme, diventare un percorso comune tralasciando le polemiche di chi spara a zero a priori. Il progetto è costato 750mila euro, nulla rispetto al fabbisogno della città, stanziati dalla Provincia di Trento che già si era spesa per interventi di prevenzione, sistemazione delle reti e l'assistenza a 600 persone, sicuramente un intervento gradito dagli aquilani.