Alcune città portuali europee come Bilbao e Liverpool, negli ultimi anni hanno avviato un progetto di rinnovamento urbano nel tentativo di riconvertire le aree industriali, mentre ad Oslo è stato avviato un piano strategico per lo sviluppo delle aree del lungomare del centro della città con progetti di waterfront tentacolare coordinati dal masterplan denominato Fjord City.
Un piano che indirizza lo sviluppo e la pianificazione al fine di assicurare una qualità ambientale ed urbana incentrata su quattrosub-aree (Filipstad, Vippetangen, Alna fiumepresa e Ormsund) attraverso con interventi il cui focus si sintetizza in otto punti principali: sviluppo sostenibile, tram Fjord City, passeggiata del porto, parchi, canali, terminali di traghetti, diversitànell'uso del territorio, altezza degli edifici.
Per l’area del canale di Filipstad, vista la grande disponibilità di strutture da riconvertire, è prevista una mix-zone integrando funzioni residenziali a verde, con la realizzazione di un nuovo parco urbano sulla banchina del canale, e diventerà il nuovo polo culturale delle città, sede delle più importanti istituzioni culturali come il Museo Edvard Munch, il Museo delle Navi Vichinghe e l’Astrup Fearnley Museet, progettato da Renzo Piano, inaugurato in questi giorni.
Si trova su un isolotto, in parte artificiale, costruito intorno alla metà del 1900 come bacino di carenaggio del cantiere navale Akers Mek di Oslo, che prende il nome dal fiume Aker, oggi è un nuovo quartiere con ristoranti, negozi e nuove abitazioni.
"Il progetto si trova in una splendida posizione nel punto più esterno in cui la città si estende fino al fiordo, è un grande rifugio per l'arte in tre edifici integrati nel paesaggio, la destinazione naturale della passeggiata dal Municipio lungo la banchina del porto", così descrive il sito lo stesso Renzo Piano.
Il museo si integra con l’esterno in un gioco di spazi verdi, canali e ponti articolandosi in due edifici, uno per la collezione del museo con opere di Andy Warhol, Damien Hirst, Jeff Koons, Charles Ray, Richard Prince, MatthewBarney, Bruce Nauman, Robert Gober e Cindy Sherman, e l’altro per mostre temporanee. Il museo nasce già 1993 come collezione privata, con una storia che risale fino al 1960, e negli ultimi dieci anni l’attività si è concentrata su artisti contemporanei americani, e, più recentemente, l'attenzione si è concentrata sulle opere di importanti artistigiapponesi cinesi e indiani.
"Questa è come una piccola città, dove il visitatore può essere in contatto con la natura, fare il bagno, godersi la vita urbana, contemplando art. Questo vuole essere un luogo di silenzio e meditazione, ma anche un posto dove incontrare persone o semplicemente gustare una tazza di caffè, mentre guardando le barche a vela nel fiordo.” e questa l’idea di fondo, che esplicita lo stesso Piano, e conduce alla realizzazione di un grande tetto in vetro, come una vela che raccoglie le diverse funzioni ed illumina gli spazi espositivi la cui luce di notte traspare come fosse un grande faro.
Un gioco di riferimenti tipicamente legati al mare di cui il genovese Renzo Piano è un grande conoscitore dicendo appunto che "l'acqua a Oslo e Genova è la stessa acqua" come dire che esiste un’identità delle città del mare che ha caratteri identici pur nella grande distanza fisica e culturale.
In questo senso si comprende anche l’uso del legno, con il suo morbido colore grigio-argento preparato per l'esposizione agli agenti atmosferici, mette in evidenza la forma dinamica del tetto di vetro e contribuisce per l'accoglienza amichevole del Museo.
Si completa così un altro “tassello” del masterplan Fjord City con alcuni interventi già realizzati, come Opera House di Snøhetta nel 2008, ed altri in corso di realizzazione o ancora in fase di elaborazione, ma vista le grandi risorse disponibili dell’economia petrolifera in grande sviluppo, ci saranno sicuramente altre occasioni da approfondire.
Location: Oslo, NorwayArchitect: Renzo Piano Building Workshop Area: 7000 sqmYear: 2012